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PRODUZIONE Italia

La Lezione 21 di Baricco, tra ironia e melomania

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"Nel mio film si parla della Nona di Beethoven in un modo che vuole la musica festiva, come divertimento". Così Alessandro Baricco, scrittore di fama e grande affabulatore, che ieri sera ha voluto presentare il suo esordio alla macchina da presa non in una normale sala cinematografica, ma in un teatro, l'Argentina di Roma, costruito nel 1732 sul luogo in cui Giulio Cesare fu ucciso e dove nel febbraio 1816 Gioacchino Rossini presentò in prima assoluta il suo Barbiere di Siviglia.

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il nuovo, il "sud dell'anima", la leggerezza che avanzava nella Vienna del 1824, in contrapposizione al vecchio rappresentato dalla Nona sinfonia del grande compositore e pianista tedesco. Attraverso una serie di interviste immaginarie a personaggi dell'epoca Baricco immagina e ricostruisce quel pomeriggio del 7 maggio 1824, quando Beethoven, ormai vecchio, sordo e malandato, presentò al mondo la sua ultima sinfonia, dopo dieci anni di isolamento.

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"Non fu un successo come si pensa", spiega Baricco". "Gli organizzatori pensarono di anticipare l'esecuzione per risparmiare sulle candele e pagare un orchestrale in più e l'incasso fu magrissimo". In Lezione 21, prodotto dalla Fandango e distribuito da 01 in Italia dal 17 ottobre, la vicenda della Nona si intreccia con quelle di un giovane maestro di musica (Noah Taylor) che cerca la morte su un lago ghiacciato a pochi chilometri da Vienna e di un eccentrico professore universitario inglese (John Hurt) la cui cosiddetta "lezione 21" era interamente consacrata alla distruzione del capolavoro beethoveniano, in particolare l'Inno alla Gioia.

Ma Beethoven è "solo" un pretesto per il melomane Baricco (dai cui romanzi sono stati tratti fino ad ora due film, La leggenda del pianista sull'oceano di Giuseppe Tornatore e più di recente Seta di François Girard) . Inserendo ironici elementi di modernità (e qualche "fuck" per dare un tocco di maggiore attualità ai dialoghi) negli innevati paesaggi del Trentino e tra i costumi e gli oggetti del geniale visual consultant Tanino Liberatore, Alessando Baricco continua attraverso la pellicola a fare quello che è abituato a fare in letteratura e nella sua scuola Holden: lo storytelling, cioè raccontare storie, aneddoti, episodi.

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