email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

FESTIVAL DI ROMA Portogallo

A corte do norte: João Botelho descrive un universo di donne forti

di 

Se l'inglese Peter Greenaway sostiene da anni che "il cinema è troppo importante per lasciarlo in mano a chi racconta storie", il portoghese João Botelho, in concorso al Festival di Roma con A corte do norte, rincara la dose: "Voler sempre raccontare qualcosa è il vero peccato originale di quest'arte". Un peccato di cui l'autore di Quem és tu? e O fatalista [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film
]
non vuol macchiarsi, come conferma il suo ultimo film: che pur adattando l'omonimo romanzo di Agustina Bessa Luis, insegue l'ideale di un cinema "astratto", attento soprattutto al nitore figurativo.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Personaggio centrale dell'opera è Rosalina de Sousa, donna affascinante e misteriosa passata dai bordelli al teatro, al titolo di baronessa che le aprì i salotti dell'alta società, fino ad un suicidio mai accertato. Una figura enigmatica, dunque, su cui cercano di far luce - in un complesso intreccio di piani temporali - tre giovani discendenti della nobildonna, dalla fine dell'Ottocento agli anni '60 del secolo scorso: tutte interpretate, come la capostipite, dall'attrice Ana Moreira.

"Il mio è un universo di donne forti e uomini deboli: Rosalina nel film incontra la principessa Sissi, che è stata un simbolo dell'emancipazione femminile, un modello", spiega il regista. Ma non è il plot ciò che gli interessa: "Il cinema non è il cosa, né il quando: è il come. È vedere e sentire: ci si può commuovere, e persino essere travolti, di fronte alla semplicità di un'inquadratura fissa di un ulivo attraversato dal vento".

Attento da sempre ad una dimensione poetica ("Sì, amo più la poesia della prosa") e pittorica, Botelho attinge ai colori caravaggeschi (a cominciare dal capolavoro "Giuditta e Oloferne") e si conferma raffinato compositore di tableaux vivants: anche quando, come in questo film, abbandona il 35mm per cimentarsi con il digitale (per la prima volta in un lungometraggio, dopo i brevi A Baleia Branca, Uma Ideia de Deus e A Terra antes do céu). Più che una scelta espressiva ("Ha tanti difetti"), un modo per contenere i costi: 2,5mln di euro il budget del film, prodotto dall'attivissima Pandora da Cunha Telles per Filmes de Fundo (anche responsabile delle vendite internazionali), con il supporto di ICA e RTP. L'uscita portoghese è fissata per il 17 gennaio 2009.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy