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USCITE Italia

Due partite, gruppo di amiche in un interno

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Dopo aver registrato il tutto esaurito nei teatri italiani, la commedia di Cristina Comencini “Due partite” approda al cinema con la regia di Enzo Monteleone (dal 6 marzo in 200 copie con 01 Distribution). Il film è prodotto da Cattleya con Rai Cinema ed è nato proprio alla fine della prima messa in scena della commedia a Roma. "Dialoghi brillanti, personaggi ben definiti, è stato naturale pensare ad una trasposizione cinematografica", spiega il regista padovano, conosciuto per El Alamein e per le sue sceneggiature del premio Oscar Mediterraneo di Gabriele Salvatores e dei film di molti registi della nuova generazione come Carlo Mazzacurati, Giuseppe Piccioni, Alessandro D'Alatri e la stessa Comencini. “Cristina mi ha detto subito di non avere il distacco necessario per portarla al cinema”, aggiunge e dunque per il regista è venuto il momento di affrontare l'universo femminile con una storia che ha per protagoniste non una ma ben otto donne.

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è infatti una commedia bruciante con accenti di malinconico umorismo nella quale le attrici del ben assortito cast si dividono equamente i tempi del copione. Nella prima parte, ambientata negli anni Sessanta, quattro amiche (Margherita Buy, Isabella Ferrari, Marina Massironi, Paola Cortellesi) giocano a canasta e condividono i propri sentimenti, emozioni, impulsi: vengono fuori umiliazione, frustrazione, la rinuncia ad una vita libera di perseguire le proprie inclinazioni e passioni, soffocate tra fornelli e bambini da crescere, tradimenti e menzogne. Il referendum che introduce il divorzio è di là da venire (ci vorrà il 1974), si intravedono i germi della “ribellione” femminista e non a caso un rotocalco dell'epoca riporta in copertina un'inchiesta dal titolo “La nuova donna europea”.

Trent'anni dopo sono le quattro figlie di quelle donne a riunirsi, in occasione del suicidio di una delle mamme. Carolina Crescentini, Valeria Milillo, Claudia Pandolfi e Alba Rohrwacher (a teatro invece erano le stesse madri che impersonavano anche le figlie) esprimono, forse con minore efficacia delle colleghe, le nevrosi e le inquietudini della donna odierna. I temi sembrano ribaltatisi ma forse sono gli stessi: il lavoro, il rapporto con l'uomo, la maternità. Nessuna risposta certa riguardo all'identità femminile ma solo uno sguardo sincero su quel mondo.

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