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DISTRIBUZIONE Spagna

Il governo regionale: in catalano metà delle copie distribuite in Catalogna

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Un piccolo terremoto a forti tinte politiche si è abbattuto la settimana scorsa sul settore della distribuzione cinematografica in Catalogna dopo che la Generalitat (il governo regionale) ha annunciato la sua intenzione di obbligare i distributori a diffondere metà delle pellicole straniere lanciate nei cinema catalani doppiati o sottotitolati in catalano, come parte integrante della prima Legge del Cinema della comunità autonoma.

La misura, proposta dal Dipartimento della Cultura e dei Mezzi di Comunicazione del governo regionale, ha come obiettivo di sanare la situazione attuale, che secondo la Generalitat “non garantisce il diritto dei cittadini a poter vedere i film nelle due lingue ufficiali”, con un dominio schiacciante del castigliano. Secondo i dati raccolti, l'89% dei 466 titoli usciti nel 2007 avevano disponibile la sola versione in castigliano.

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Le reazioni non hanno tardato ad arrivare. A margine del prevedibile confronto tra i rappresentanti politici, Luis Hernández de Carlos, presidente della Federazione dei Distributori Cinematografici (Fedicine), ha espresso la sua netta opposizione al progetto, definendolo “inattuabile”. Secondo Hernández de Carlos, aprire questa porta in Catalogna significherebbe provocare una reazione a catena in tutte le altre comunità. Egli ha aggiunto che "tradurre le pellicole in tre o quattro lingue renderebbe il commercio ingovernabile e antieconomico".

La preoccupazione si estende a compagnie come Alta Films (distributrice in Spagna di titoli come Flame & Citron [+leggi anche:
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): Enrique González Macho ha pronosticato in un'intervista rilasciata a El País che questa iniziativa porterà alla "scomparsa della distribuzione e della programmazione in Catalogna, sia del cinema indipendente sia di quello delle major".

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(Tradotto dallo spagnolo)

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