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FILM Italia

Cronaca di un successo annunciato

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- Pochi giorni all’apertura del sipario sul magico mondo di Pinocchio. L'attesissimo film di Roberto Benigni, uscirà l’11 ottobre in 860 sale italiane. E forse più

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Uscirà in 860 copie ma ci sono buone probabilità che arrivino a 1000. Nel frattempo sono in circolazione circa 1.100 trailer. Stiamo parlando del film più atteso e più segreto di questo inizio millennio: il Pinocchio di Roberto Benigni, quel Pinocchio che fino a qualche tempo fa apparteneva per diritto di creazione a Carlo Lorenzini, in arte Collodi.
La riduzione cinematografica dell’artista aretino è ormai ai blocchi di partenza: programmate le uscite nelle sale d’Italia (11 ottobre, in contemporanea con la Svizzera), d’Europa (a marzo 2003 nelle sale francesi) e degli Stati Uniti (25 dicembre), e le campagne di lancio che, con un budget di 3 milioni di euro promettono di far impallidire Harry Potter, e il Signore degli Anelli.
Eppure di questa “cronaca di un successo annunciato” nessuno sa nulla: neppure gli attori, che confessano di non aver avuto ancora l’opportunità di vedere il film. Ma tutti concordano: Benigni è straordinario. Riuniti nella conferenza stampa organizzata in questi giorni a Roma si sono profusi in lodi sperticate. “L'esperienza con Benigni – ha detto Kim Rossi Stuart, in arte Lucignolo - mi ha entusiasmato. Per la prima volta ho lavorato senza soffrire, e ho capito che si può lavorare sulla corda dell’entusiasmo e del rilassamento. Roberto è un artista planetario e un uomo umile, che ama la gioia invece che il potere”. E’ dello stesso avviso anche un attore navigato come Carlo Giuffré, nel film Geppetto: “Sul set ho provato la stessa emozione di quando girai il mio primo film nel '49 con Totò – ha detto - Roberto è straordinario, vive ancora la stagione dell’infanzia. Sono sicuro che la pellicola entrerà nel gotha della cinematografia mondiale”. Ma il più divertente è stato Alessandro Bergonzoni, il direttore del circo : “Quella di Pinocchio è una favola rotonda e noi siamo i cavalieri che ci stiamo intorno; quando ho scoperto che non l'hanno scritta Benigni e Cerami, ma Collodi, sono rimasto un po’ deluso”.

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