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FILM Italia

L'amarcord di Pupi Avati al Bar Margherita

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Dopo la drammatica vicenda raccontata con Il papà di Giovanna (Coppa Volpi all'ultima Mostra di Venezia per l'interpretazione di Alba Rohrwacher), Pupi Avati torna nelle sale un film, Gli amici del Bar Margherita [+leggi anche:
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, che scaturisce tutto dai gioiosi ricordi della sua Bologna degli anni Cinquanta.

Taddeo, interpretato dall’esordiente Pierpaolo Zizzi, è l'alter ego diciottenne del regista, da tutti chiamato Coso: "il soprannome rappresenta la difficoltà di esprimere la mia identità all'epoca", confessa il regista. Attraverso gli occhi di questo ragazzo scopriamo i personaggi che si muovono oltre la soglia di quel bar: Diego Abatantuono, Gianni Cavina, Neri Marcorè, Luigi Lo Cascio, Fabio De Luigi Alfiero Toppetti, Claudio Botosso danno vita ad un unìverso maschile a volte cinico e spietato ma con un enorme desiderio di gaiezza in un dopoguerra che vive già i primi illusori effetti del boom economico.

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Le donne sono trattate con un misto di attrazione e misoginia. Sono mamme (Katia Ricciarelli), entraîneuse (Laura Chiatti) o insegnanti di pianoforte che si concedono (Luisa Ranieri) e la regola numero uno del Bar Margherita è che le donne non entrano. "Era una società maschilista", ammette Avati. "Ma il mio Bar Margherita era una sorta di Pantheon di campioni del mondo dell'innocenza", che vivono in un intrecciarsi di sogni, avventure e scherzi feroci.

In un panorama cinematografico che descrive quasi sempre l'oggi, Gli amici del Bar Margherita racconta il passato con umorismo e leggerezza (i manganelli e la repressione degli scioperi del ministro dell'Interno Mario Scelba nel 1954 sono distantissimi) perché, dice il regista, "qualcuno deve fare i conti con il passato con lo sguardo del presente".

Prodotto dal fratello Antonio Avati per DueA Film, in collaborazione con Rai Cinema, il film esce il 3 aprile in 250/300 copie con 01 Distribution.

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