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Mike Figgis - regista

Intervista

Intervista con il regista di Hotel, una commedia nominata per i Premi MTV Movie 2002

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di Federico Greco

Cineuropa incontra il regista inglese Mike Figgis, la cui commedia Hotel è stata nominata per gli MTV Movie Awards 2002. Figgis spiega il significato della storia e perché abbia finalmente deciso di concentrarsi sulla produzione di film più sperimentali. “La storia è una storia dentro una storia così c’è una troupe cinematografica Dogma, c’è un produttore, un regista, gli attori…. Stanno facendo una versione Dogma di The Duchess of Malfi a Venezia…. e allora scopri, come un fulmine a ciel sereno, con uno scenario stile Truffaut, che il produttore sta assoldando un assassino per uccidere il regista in modo da prenderne il posto. Così c’è una sequenza in cui un assassino, Andrea Di Stefano, spara a Rhys Ifans, che interpreta il regista, che allora si ritrova in coma e il produttore, interpretato da David Schwimmer, ne ha quindi preso il posto e porta avanti le riprese. Poi scopri anche che l’hotel dove si svolgono le riprese del Dogma film è nelle mani di Julian Sands, Chiara Mastroianni e Danny Houston e così via, e che tutti i membri dello staff sono cannibali. In effetti stanno uccidendo i loro ospiti e servendone la carne ai membri della troupe, così in un certo senso la troupe sta mangiando se stessa, una sorta di macabra metafora per il cinema. Ho pensato che sarebbe stato divertente avere una troupe cinematografica che fosse una troupe Dogma perché più ho sentito parlare del Dogma, che io ammiro, ma allo stesso tempo qualcosa che diventa così serio così velocemente, più lo trovo divertente. Ho pensato che sarebbe stato un tipo di discussione interessante anche su Dogma come tale. Sono arrivato al punto di essermi convinto che il cinema è noioso, che il prodotto standard da 35mm è così profondamente noioso perché è sempre la stessa solfa ancora e ancora e ancora, perfettamente a fuoco, con un suono perfetto, e in effetti il suono diventa sempre più noioso man mano che diventano più disperati e segnano più punti e John Williams sempre più rumoroso. Per me l’idea dell’inferno sarebbe sedere in una camera con George Lucas, John Williams ed essere costretto a guardare i loro film ancora e ancora, perché sarebbe come “Dove va a parare? E’ come l’inferno”. Niente di personale contro quelle persone, sono sicuro che si tratta di bravi esseri umani, non è la mia idea di cinema. Il film Hotel che presentiamo stasera è un film interamente digitale, molto sperimentale. Per favore siate tolleranti, siate gentili. Non è stata scritta una sceneggiatura per il film. Ho scritto un trattamento, un abbozzo di storia, e l’ho mandato via mail a tutti gli attori prima di partire per l’Italia. Il modo in cui abbiamo girato il film è che ogni giorno cominciavamo mostrando il materiale girato il giorno precedente. Siccome è in digitale si può subito dargli una forma, fare un veloce mix, aggiungere un po’ di musica, e mostrare agli attori qualcosa quanto più possibile vicino a un film concluso a partire da ciò che è stato girato il giorno prima. Poi avevamo una grossa discussione su quali erano i nostri sentimenti sulla scena, e anche su cosa la scena suggeriva di fare in seguito. Così, in quel senso avevamo completa libertà, l’opposto di un film da studio cinematografico dove devi avere uno script e attenerti a quello script. Io ho incoraggiato tutti gli attori, e ognuno ad essere il più libero possibile nel senso di essere aperti all’idea.

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