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Douglas Wolfsperger - regista

Intervista

Intervisa con il regista di Bellaria - So lange wir leben

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Copia ed incolla il codice nel tuo html per inserire il video, e non dimenticare di citare Cineuropa:


di Federico Greco e Mazzino Montinari

I personaggi del documentario di Douglas Wolfsperger Bellaria - So lange wir leben, sono giunti alla chiusura di un ciclo e il loro sguardo è rivolto esclusivamente al passato, a ciò che è stato e che non sarà più. La loro esistenza è fatta solo di ricordi. Il loro mondo non esiste più e solo un vecchio cinema può riportarlo in vita per un breve attimo quotidiano.

Signor Wolfsperger come è venuto a conoscenza del cinema Bellaria?
"Leggendo il giornale ho saputo dell'esistenza di questo locale a Vienna. Incuriosito, sono partito alla volta della capitale austriaca per vederlo con i miei occhi. Così ho scoperto che un gruppo di anziani ogni giorno alle quattro del pomeriggio si reca al Bellaria per vedere vecchie pellicole degli anni '40. Conoscendoli ho capito che le loro storie sarebbero state perfette per un documentario."

Quanto tempo è stato necessario per portare a termine il progetto?
"La preparazione del film è stata lunga ed è stato difficile recuperare i soldi per finanziare il progetto. Per le riprese ci sono volute tre settimane e mezzo, mentre il lavoro complessivo è durato tre mesi. In questo lasso di tempo ho seguito i personaggi nella loro vita quotidiana senza sapere quello che sarebbe accaduto di volta in volta. Alcune situazioni dovevano essere organizzate preventivamente, ma solo perché era necessario anticipare gli spostamenti della troupe e dei macchinari. Non c'era una sceneggiatura vera e propria, avevo scritto un testo di quindici pagine. Lo sforzo maggiore è avvenuto durante il montaggio."

Ovviamente il documentario è stato proiettato anche al Bellaria.
"Sì, e devo dire che all'inizio ero un po' preoccupato perché pensavo che alcuni dei protagonisti, avendo raccontato cose personali, si sarebbero sentiti a disagio. E invece alla fine tutti sono rimasti soddisfatti e come le star hanno firmato autografi. Io sono personalmente felice sia per aver conosciuto queste persone sia per il successo che il documentario ha avuto in numerosi festival."

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