"Le nostre vite scorrono più velocemente dei ricordi che lasciano", ha dichiarato il regista ceco di fama internazionale Jan Němec (1936-2016). Uno dei pochi registi nati e cresciuti nel paese ha deciso, con il suo ultimo film, di fare un libero adattamento di una raccolta dei suoi racconti quasi-autobiografici. Il risultato è una commedia sconsolata, il ricordo realistico di una vita che attraversa gli anni Sessanta e arriva fino ad oggi, e un disinvolto regolamento di conti in stile punk. Il film ci fa rivivere, nei panni dell'alter ego del regista, l'attore John Jan, la controversa edizione del Festival di Cannes del 1968, e subito dopo, nell'estate dello stesso anno, il clima di paura della capitale ceca invasa dai carri armati sovietici. E poi l'esilio, il ritorno a Praga, l'addio al comunismo, la libertà.