Carsten Holst, alla 60esima edizione del Festival del Cinema di Venezia per presentare Le Cinque Variazioni, coglie l’occasione per parlare della tecnologia digitale e come questa abbia contribuito a confermare la Zentropa tra le case produttrici più importanti d’Europa.
Durante l’intervista spiega come la sua compagnia si è avvicinata al digitale soprattutto per ragioni economiche: questa innovazione permette infatti, di "manipolare sia le scene girate che le immagini dopo le riprese". Lars Von Trier iniziò ad usare il sistema digitale in Dancer in the Dark, strumento che gli permise di ridurre i costi delle riprese ed investire nel cast e nelle storie.
Parla inoltre delle difficoltà legate alla produzione del suo ultimo film Le Cinque Variazioni. I cinque remake di un cortometraggio di Jørgen Leth del ’67, diretto dal regista con lo stesso Lars Von Trier nel 2003.

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di Federico Greco