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VENEZIA 2014 Giornate degli Autori

Chi sono i I nostri ragazzi?

di 

- VENEZIA 2014: Il nuovo film di Ivano De Matteo entra nella realtà di due famiglie borghesi sconvolte da una bravata dei rispettivi figli e poste davanti a un drammatico dilemma

Chi sono i I nostri ragazzi?

Fino a che punto conosciamo i nostri figli? E se vostro figlio commettesse un crimine, che cosa fareste? A chiederselo è Ivano De Matteo nel suo nuovo film, I nostri ragazzi [+leggi anche:
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, presentato alle Giornate degli Autori della 71ma Mostra di Venezia. Ancora una volta, dopo La bella gente [+leggi anche:
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, il regista romano entra in una famiglia e ne scardina le fondamenta. Ma se nei due film precedenti era un elemento esterno a incrinare la serenità di un nucleo apparentemente felice, qui l’esplosione parte dal nucleo stesso. Anzi, da due.

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Ne I nostri ragazzi ci sono due famiglie: quella di Paolo (Luigi Lo Cascio), pediatra impegnato e integerrimo che con la moglie Clara (Giovanna Mezzogiorno) ha un bel rapporto di complicità; e quella di suo fratello Massimo (Alessandro Gassman), avvocato di grido sposato in seconde nozze con Sofia (Barbora Bobulova) e noto per difendere gli indifendibili. I loro rispettivi figli adolescenti, Michele (Jacopo Olmo Antinori) e Benedetta (Rosabell Laurenti Sellers), sono cugini affiatati: stanno sempre insieme, guardano webseries demenziali su Youtube e vanno a feste ad alto tasso alcolico. Sarà proprio al termine di una di queste feste che accadrà il peggio. I due giovani, tornando verso casa ubriachi, massacrano di botte una barbona per strada. Una camera di videosorveglianza riprende tutto, e le immagini cominciano a girare.

La scoperta di questo video arriva come una cascata di acqua gelata sulle due famiglie. “Del libro di Herman Koch (“La cena”, cui il film è liberamente ispirato, ndr), mi ha colpito la freddezza con cui la storia è raccontata”, spiega De Matteo, “ed è quello che volevo ricreare nel mio film: i personaggi sono travolti da questo evento, ma non c’è enfasi”. I genitori dei due colpevoli si ritrovano così dinanzi a un dilemma drammatico: denunciare i propri figli o proteggerli? E fino a che punto possiamo ignorare la coscienza pur di proteggere la nostra felicità?

Da quel momento in poi, il film gioca con le aspettative dello spettatore: ogni personaggio reagisce in modo opposto a quello che ci si aspetterebbe e i ruoli si invertono. "E' veramente profonda la differenza tra ciò che siamo e l'immagine di noi stessi che ci costruiamo giorno per giorno", osserva ancora il regista. Così come diversa può essere l'immagine che abbiamo dei nostri figli: "Michele non farebbe male a una mosca", dice Paolo, convinto, e invece il suo Michele è un piccolo mostro; "Benni, poi, è una ragazza", aggiunge per difendere sua nipote, e invece la ragazza ha fatto quello che ha fatto e non mostra il minimo rimorso. La forza del film di De Matteo sta nell'interrogativo che pone: una domanda che ogni genitore potrebbe rivolgere a se stesso, anche se una risposta certa è impossibile. E voi, al posto loro, che cosa fareste?

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