email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

FESTIVAL Italia

Tutto Bellocchio a Pesaro

di 

La 41ma Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro (25 giugno - 3 luglio) "si apre - per usare le parole del direttore del festival Giovanni Spagnoletti- con un omaggio ad un produttore italiano che guarda all'Oriente, come Amedeo Pagani, e si chiude con un regista tra i più interessanti del cinema italiano, Vito Zagarrio", che presenta il suo film Tre giorni d'anarchia
Nel mezzo di questa manifestazione che celebra i 40 anni di attività, ci sono tante altre cose. C'è una retrospettiva dell'opera di uno dei massimi protagonisti della nouvelle vague coerana, Jang Sun-woo e c'è la vecchia Europa, rappresentata quest'anno dal cinema finlandese. Un cinema che, ad eccezione dei fratelli Kaurismaki, rimane un oggetto misterioso.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

L'ampia retrospettiva proposta a Pesaro, dedicata alla casa di produzione Kinotar, offre sette documentari, tutti firmati da registe, due opere di fiction e l'opera poliedrica di uno dei più noti artisti internazionali, Mika Taanila.
La Spagna è presente invece con uno dei suoi massimi rappresentanti, Vìctor Erice, che terrà a Pesaro una lezione di cinema e accompagnerà le sue opere: Formazione di critico negli anni Sessanta, Erice è autore di soli tre lungometraggi (El espiritu de la colmena, 1973; El Sud, 1983; El sol del membrillo, 1992) che gli hanno valso fama internazionale.

Ma il pezzo forte della Mostra di Pesaro sembra essere la retrospettiva completa di Marco Bellocchio. A cura di Adriano Aprà e co-organizzato con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, sarà un viaggio attraverso quarant'anni di storia del cinema italiano che sarà completato da una tavola rotonda sul regista e da due volumi monografici di cui uno fotografico (co-editato dal Centro Sperimentale di Cinematografia). "La completezza e la puntualità di questa retrospettiva mi commuovono", commenta Marco Bellocchio. "C'è una parte della mia storia personale e cinematografica che non era mai stata affrontata prima e che di solito la critica scavalca: il periodo della mia controversa collaborazione con lo psicoterapeuta Massimo Fagioli. Non mi sono mai sentito un perseguitato, ma dal 1985 si è scatenata una serie di attacchi alle mie scelte personali. Rivendico le mie posizioni anti-istituzionali, che continuano ancora oggi".

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy