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FESTIVAL Belgio

La Beirut invisibile di A Perfect Day

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Ieri sera, al Festival del cinema francofono di Namur è stato presentato un progetto caro agli organizzatori della rassegna balga, perché A Perfect day era stato selezionato l'anno scorso al Forum della coproduzione. Premiata col Fipresci questa estate al Festival di Locarno, questa coproduzione tra Francia (Mille et une productions) e Libano (Abbout Productions) permette di prendere coscienza della necessità del sostegno europeo ai film del Sud. Aiutato dal ministero degli Affari Esteri francese, dal Fond Sud, e dall'Hubert Bals Fund, il secondo lungometraggio di fiction di Joana Hadjithomas e Khalil Joreige è un film di grande semplicità, luminoso e pudico.

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Presente alla proiezione del film, Khalil Joreige ha spiegato la genesi del progetto, ispirato a suo zio, "una delle 17.000 persone scomparse durante la guerra. Un mattino siamo andati a cercarlo, ma non è mai tornato". All'assenza di questo padre di famiglia che tormenta i due personaggi del film, si aggiunge questa volontà di mostrare "come vivere a Beirut oggi?". Dopo un film di fiction (Autour de la maison rose, 1999) e due documentari (Khiam, 2000 - Le film perdu, 2003), i registi filmano qui l'erranza di un figlio e di sua madre nella Beirut di oggi, entrambi condannati a sopportare questa assenza.

Claudia è incapace di sopportare il lutto per un marito scomparso 15 anni prima e riversa tutte le proprie angosce sul figlio. Vive in un presente immobile, rasenta la follia. Malek, tenta invece di scappare da sua madre per correre dietro alla fidanzata alla quale non riesce ad offrire la benché minima prospettiva. Completamente sfasato, va e viene in una città in cui la modernità si traduce in chilometri di file d'auto e pannelli pubblicitari, show televisivi, cellulari e serate di musica tecno. Con uno stile minimalista, vicino al documentario, tenendo a distanza i propri personaggi, Hadjithomas e Joreige li seguono lungo tutta questa giornata, attenti ai minimi dettagli di un quotidiano che riportano attraverso i gesti più anodini. Offrono sullo schermo questo spazio invisibile a occhio nudo, questo spessore del passato che è una maniera soggettiva di abitare il mondo.

Il film è venduto da Celluloïd Dreams.

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(Tradotto dal francese)

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