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FILM Italia

Happy Family, una commedia “colorata” di Salvatores

di 

Ezio (Fabio De Luigi) ha quasi quarant'anni: single, buona salute, un computer, molti soldi. Tanto gli basta per fare lo scrittore. Meglio: per inventare storie che poi altri dovranno raccontare. In poche parole, per scrivere sceneggiature. Su di lui si alza il sipario (letteralmente, tanto per mettere subito in chiaro le origini teatrali) di Happy Family [+leggi anche:
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, il nuovo film di Gabriele Salvatores.

La famiglia del titolo, però, non è quella dello sceneggiatore. Anzi: le famiglie a dire il vero sono due, frutto entrambe della fantasia di Ezio. I personaggi sono più di sei (almeno due coppie di genitori, una nonna con l’Alzheimer, due adolescenti sul punto di sposarsi e una figlia che “sa di sottaceti”), e un autore – seppur alle prime armi – l’hanno già trovato: lo stesso, però, siamo dalle parti di Pirandello, riletto con il tocco surreale di un Wes Anderson.

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Dopo i toni cupi del precedente Come Dio comanda [+leggi anche:
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, insomma, Salvatores – sempre fedele al suo credo cinematografico (e non solo), citato nei dialoghi: “Non si può prendere in giro la gente. Al cinema come nella vita” – punta sulla commedia e sul “colore”. Anche in senso letterale. “È un film di dominanti cromatiche calcolate, con un grande lavoro su scenografia, costumi e messa in scena”, spiega il regista del premio Oscar Mediterraneo, che ha anche scelto di accompagnare un lungo concerto di Chopin dissolvendo “dai tasti del pianoforte alle immagini di una Milano notturna, invisibile: un cuore in b/n, di volti reali, all’interno di un’opera tutt’altro che realista”. Gli fa eco il direttore della fotografia Italo Petriccione: “Quello sui colori è un lavoro che il cinema italiano dovrebbe perseguire più spesso, per non appiattirsi su uno stile televisivo”.

Certo, non tutto è di primissima mano, tra citazioni (da I Tenenbaum a I soliti sospetti), riferimenti al passato (gli anni ’60, con le musiche di Simon & Garfunkel, “alla loro seconda colonna sonora dopo Il laureato”, sorride Salvatores) e “ossessioni” personali (“cos’è vero e cos’è falso? È un mio pallino almeno dai tempi di Nirvana”); e a volte l’origine teatrale del testo – una commedia di Alessandro Genovesi, anche co-sceneggiatore con il regista – si fa sentire. Riscattata però dall’originalità di sguardo con cui la macchina da presa coglie i tesori nascosti di Milano (“basta alzare un po’ gli occhi per scoprire una città bellissima”) e dall’affiatamento del cast, su tutti i due padri di famiglia Fabrizio Bentivoglio e Diego Abatantuono, che si ritrovano in un film di Salvatores a vent’anni da Turné, divertendosi a ricordare i tempi di Marrakech Express.

Prodotto da Colorado Filme Rai Cinema, con un budget di circa 5,5mln di euro, Happy Family è distribuito in Italia (dal 26 marzo, in 300 copie) da 01. Le vendite internazionali sono curate da Rai Trade, che ha già avuto richieste da parte di alcuni buyer americani, interessati anche ad un possibile remake oltreoceano.

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