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Dunja Kusturica • Organizzatrice, Küstendorf Film Festival

"Volevamo fare qualcosa che simulasse una piccola scuola di cinema"

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- Cineuropa ha incontrato Dunja Kusturica, organizzatrice del Küstendorf Film & Music Festival, per saperne di più sull'evento, che ha presentato la sua nona edizione questa settimana

Dunja Kusturica  • Organizzatrice, Küstendorf Film Festival

Un festival dedicato alla creazione di legami tra registi emergenti e registi affermati? Si tratta del Küstendorf Film & Music Festival, che il due volte vincitore della Palma d'Oro Emir Kusturica ha creato nove anni fa nella piccola località di Drvengrad/Küstendorf, ora attrazione turistica sulle montagne al confine serbo-bosniaco, costruita dal regista stesso. È infatti l'idea stessa di frontiera che mantiene lo spirito del festival: lì, studenti di cinema e maestri superano le distanze che li separano per creare un'atmosfera in cui l'apprendimento è un risultato facile e desiderato. Dunja Kusturica, programmatrice del festival, ha il compito di creare quest'atmosfera affiancando il padre. L'evento vanta una piccola ma ben curata selezione di lungometraggi, sezioni tematiche e un concorso per cortometraggi studenteschi, condito da concerti e abbellito da un paesaggio innevato.

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Cineuropa: Qual è l'idea alla base del festival?
Dunja Kusturica: Il festival ha avuto luogo per la prima volta nel 2008, partendo dall'idea di presentare cortometraggi provenienti dalle scuole di cinema di tutto il mondo, in presenza dei registi. Quell'anno, abbiamo avuto Nikita Mikhalkov, e poi tramite i contatti di Emir, abbiamo riunito studenti e registi. Volevamo fare qualcosa che simulasse una piccola scuola di cinema, dove fosse possibile realizzare quest'incontro tra i giovani che sono ancora agli inizi e i registi affermati che possono insegnare loro qualcosa.

I cortometraggi studenteschi sono una parte molto importante del festival. È difficile per gli studenti di cinema trovare festival che li sostengano quando cominciano la loro ascesa alla fama?
Al nostro evento ciò è facile perché è un posto piccolo e l'atmosfera è rilassata, per cui vi è una maggiore probabilità di entrare in contatto con registi o produttori che potrebbero aiutare in un certo modo. Ad esempio, quest'anno proietteremo Blanka [+leggi anche:
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, film filippino realizzato dal regista giapponese Kohki Hasei, che ha vinto un premio qui anni fa. In seguito, grazie al festival, si è messo in contatto con i produttori che lo hanno aiutato a fare il film. In effetti, sono sempre più spesso i registi stessi che ci inviano i cortometraggi, e non le scuole di cinema, come una volta. Direi che oggi c'è più iniziativa da parte dei registi; si percepisce che hanno voglia di mostrare il loro lavoro già da studenti.

Avete pensato anche a selezionare lungometraggi studenteschi?
Sì, di solito li proiettiamo, come nel caso di Kohki. In passato, abbiamo anche organizzato una sezione con lungometraggi di registi che si erano presentati con corti in precedenza. Quest'anno, ne abbiamo rintracciato uno solo tra questi. Spero che avremo più persone l'anno prossimo.

Quali criteri segue quando seleziona gli altri lungometraggi?
L'obiettivo principale è quello di presentare film che sono ancora radicati nel cinema d'autore, di autori accessibili, che Emir può contattare e organizzare loro il viaggio e il soggiorno qui. Naturalmente, vogliamo avere film che sono in qualche modo impegnati socialmente, e così via.

Il festival proietta soprattutto film stranieri (d'autore). È stata una scelta deliberata?
Dipende dalla qualità dei film dell'anno. Per quanto riguarda il cinema serbo, quest'anno abbiamo avuto molti cortometraggi di qualità, ma non siamo riusciti ad avere un film che ci è piaciuto. Non è una decisione programmata a tavolino. Per quanto riguarda i film d'essai stranieri, in Serbia, c'è sicuramente un problema con la distribuzione. È molto raro vedere titoli d'essai nei cinema di Belgrado. Succede di rado, e se succede, non durano a lungo - i film di Hollywood dominano decisamente la zona. Ad esempio, un elemento importante di quest'edizione è la sezione Decolonizing Cinema. Ciò che ho trovato molto toccante in questi film d'autore selezionati è che parlano di personaggi o anche di mondi che mostrano ancora una sorta di ideologia, una fede nell'idea di libertà o di cambiare il mondo per renderlo un posto migliore. Penso che sia qualcosa che l'arte stia perdendo da un po'.

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(Tradotto dall'inglese)

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