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USCITE Italia

Le meduse di Moretti

di 

Non capita spesso, di essere distribuiti da un’icona. È successo a Etgar Keret e Shira Geffen: la loro opera prima, Meduse [+leggi anche:
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, premiata alla Semaine de la Critique di Cannes, esce dopodomani in Italia con la Sacher Film di Nanni Moretti.

Per i neo-registi, l’autore de La stanza del figlio [+leggi anche:
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è “un mito, un eroe: la prima volta che siamo venuti in Italia ci siamo fatti portare nello stesso ristorante dove mangia abitualmente, abbiamo ordinato lo stesso menu: chi l’avrebbe immaginato – raccontano durante la presentazione romana del film – che un giorno avremmo cenato insieme!”.

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Anche se l’iconografia di Nanni Moretti è stata guastata dalla pioggia battente, che l’ha dissuaso dal presentarsi all’appuntamento sulla proverbiale Vespa di Caro diario: “è stato come vedere John Wayne senza cavallo”, dicono Keret e Geffen. E in questa battuta c’è tutto lo spirito, anche surreale, di Meduse: un racconto corale, a tratti fiabesco, che deve molto a una sceneggiatura (firmata dai registi, entrambi scrittori di successo) abile nell’orchestrare i sentimenti di molti personaggi, soprattutto femminili.

Co-prodotto dai francesi di Les Films du Poisson e Arte France Cinéma (e interpretato dalla franco-israeliana Sarah Adler), il film è ambientato in una Tel Aviv lontana dai boati delle esplosioni: “ci interessava mostrare Israele da un’altra prospettiva, senza le bombe né la guerra: una situazione più normale, e meno tesa, di quanto il cinema non mostri di solito”. Perché in fondo – precisa Shira Geffen (figlia e sorella d’arte, nata in una famiglia d’intellettuali molto conosciuti in patria) – “le cose che contano sono le stesse, ovunque: un fidanzato che ci lascia, un rapporto irrisolto con i genitori…”.

Per la Sacher Film, Meduse – in uscita il 16 novembre in circa 20 copie – precede nel listino un altro esordio molto premiato, l’ispano-messicano La zona [+leggi anche:
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(migliore opera prima a Venezia), in sala dal gennaio 2008: a conferma dell’attenzione di Nanni Moretti (e dei soci Roberto Cicutto e Luigi Musini) per i nuovi talenti del cinema contemporaneo.

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