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INDUSTRIA Italia

Rapporto 2008: polverizzazione e concentrazione

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Un settore "polverizzato", di cui è difficile avere una visione d'insieme e individuare con chiarezza incassi, ricavi, diritti delle società cinematografiche. Un mercato che si conforma alle strategie di poche imprese concentrate nella produzione, nella distribuzione e nell'esercizio.

E' questo il quadro che emerge dal “Rapporto 2008. Il Mercato e l’Industria del Cinema in Italia” pubblicato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo, la prima vera analisi economica del mercato cinematografico italiano, presentata ieri all'Università Luiss a Roma.

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Il rapporto cerca di fare luce su un mercato in cui agiscono 9.071 imprese (il loro numero è cresciuto dell’85,5% dal 2001 al 2007), 4.400 delle quali fatturano però meno di 1 milione di euro. 4 miliardi di euro è il fatturato 2008 delle società di capitali che operano nel cinema, mentre sono 76.442 i lavoratori del settore con una media di addetti per società di 22 persone.

Tra gli altri dati menzionati nel rapporto: nel 2008 in Italia sono stati prodotti 154 film, 33 in più rispetto ai 121 del 2007. 36 milioni di euro sono i fondi ricavati in un anno dal product placement, che coprono in media dall’8 al 10% dei costi previsti. 437 milioni infine sono gli stanziamenti del Fondo Unico per lo Spettacolo nel 2007.

"Oltre ai contributi pubblici, è essenziale incentivare gli investimenti nel cinema. Fondamentalmente, il cinema è profittevole nella misura in cui si investe sin dall'inizio, e se si riesce a far girare il film anche all'estero" commenta il curatore scientifico del Rapporto, il giornalista economico Redento Mori.

"Non ci sono solamente i soldi dello Stato ma anche le coproduzioni internazionali alle quali si potrebbe guardare", sottolinea Luciano Sovena, neo-amministratore delegato di Cinecittà Luce la quale, dice " non sta sul mercato: il nostro obiettivo è cercare di scoprire nuovi talenti. Per le opere prime e seconde ci siamo soltanto noi e la Rai. E cerchiamo di utilizzare al meglio i pochi finanziamenti che abbiamo.

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di Marco Bellocchio ammette che "le competenze finanziarie delle società di produzione sono ancora basse. Questo è un mercato che sta diventando sempre più duro e bisogna avere un approccio più razionale alla produzione cinematografica".

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