12/09/2005

Waiting di Rashid Masharawi, film franco-palestinese prodotto da Silkroad e venduto da Les Films du Losange, è piaciuto a molti distributori alla presentazione del film a Venezia nel quadro delle Giornate degli autori/Venice-Days.
Scegliendo di realizzare un film su un regista palestinese esaurito, che ha il compito di seguire le audizioni per un Teatro nazionale palestinese insieme ad un nota presentatrice televisiva e al suo cameraman, Rashid Masharawi ci permette di scoprire la realtà di una nazione divisa (in Palestina, Giordania, Siria, e Libano) in una maniera fresca e ironica. Waiting è un road movie assurdo, come i brillanti dialoghi indicano dall'inizio: "uno Stato senza un Teatro Nazionale non ha senso, ma non lo ha, d'altra parte, neanche un Teatro Nazionale senza uno Stato".

L'assurdità dell'attesa di qualcosa di non identificato è sottolineata dalle mezze frasi che la presentatrice televisiva ripete nei soundcheck: "Arafat dice che ci dovrebbero essere dei miglioramenti in un prossimo futuro...., il governo israeliano crede che un compromesso sia assai vicino..."

In Waiting, la stessa Palestina, come il 'Teatro Nazionale', è una splendida utopia. Fuori dalla Palestina, il ricordo della sua idealizzata proiezione. I rifugiati in Giordania, inoltre, e i rifugiati in Libano hanno una storia completamente differente di vita, poiché i primi sono arrivati nel 1967 e si sono mischiati ai locali, mentre gli altri aspettano dal 1948 e, come dicono nel finale, sono "ancora lì". Per questo, nonostante Masharawi sottolinei le illusioni, consegna al suo film una profonda nota di speranza. Come dice una bambina libanese, 'Ho un sogno...'

(Tradotto dal francese)